Cresce la clinica eporediese nuova ala di cinque piani

11 Marzo 2015
Cresce la clinica eporediese nuova ala di cinque piani

Si alzano gli standard per la struttura nel canavese

Cinque piani fuori terra più un piano seminterrato per un totale di 3.100 mq. 32 nuove camere di degenza, un nuovo reparto di radiologia, due sale dedicate alla chirurgia minore, nuovi locali per la sterilizzazione, una sala conferenze e nuovi studi medici.
Questo e molto altro per l’ampliamento della Clinica Eporediese di Ivrea che a breve potrà contare su una nuova struttura a disposizione di medici e pazienti.

Una delle aree maggiormente interessate dai lavori di ampliamento è il reparto di Diagnostica per Immagini che è stato realizzato ex novo al piano terra della nuova ala della struttura.
“Andremo a migliorare nettamente il servizio offerto ai nostri pazienti – spiega il Dott. Luca Mistretta, Responsabile del Servizio di Diagnostica per Immagini della Clinica Eporediese – e questo grazie a locali più ampi dedicati sia agli utenti, come le sale d’attesa e gli spogliatoi, sia alle sale di radiologia”.

In tutto il nuovo reparto conterà:

  • 1 nuova sala di ecografia
  • 2 sale dedicate alla radiologia tradizionale
  • 2 studi medici per visite
  • 1 sala per la TAC
  • 1 sala per la Risonanza Magnetica
  • 3 locali per la refertazione
  • 1 nuova reception esclusivamente dedicata al reparto di Diagnostica per Immagini.

“Per una maggiore privacy e un maggior comfort dei pazienti – continua il Dott. Mistretta – gli spogliatoi a loro dedicati saranno collegati direttamente alle sale di diagnostica.

Il reparto conterà poi due aree distinte, una dedicata ai pazienti esterni e l’altra ad esclusivo uso dei degenti in modo che non si crei inutile commistione”.
Le novità più importanti del nuovo reparto di Diagnostica per Immagini riguardano però le apparecchiature tecnologiche ed in particolare la nuova TAC e la nuova Risonanza Magnetica.
“Innanzitutto la nuova TAC – spiega il Dott. Luca Mistretta – ci permette di eseguire l’esame in tempi ridotti e con utilizzo di una minore quantità di mezzo di contrasto a tutto beneficio del paziente. In più, grazie alla tecnologia ASIR, la macchina sottopone il paziente ad una minore dose di radiazioni.

Per quando riguarda la nuova Risonanza Magnetica invece sono da sottolineare le sue potenzialità specifiche per l’indagine neurologica.

Potremo andare a studiare il cervello nel dettaglio sia da un punto di vista morfologico che da un punto di vista funzionale, tramite quella che viene chiamata spettroscopia ovvero il metodo che permette di effettuare una caratterizzazione dei tessuti quasi istologica in modo da avere diagnosi molto più precise, ad esempio nei casi di tumore.
Grazie alle perfusione invece gli specialisti potranno studiare l’emodinamica del cervello ovvero quanto sangue vi arriva, quanto ne esce e in quale lasso di tempo.
Questa nuova Risonanza Magnetica ci permetterà poi migliori indagini sul torace, sull’apparato vascolare e sull’addome dove ci avvarremo di mezzi di contrasto epatospecifici, dedicati allo studio delle tipizzazioni delle lesioni del fegato in caso di patologia tumorale”.

Al secondo piano della nuova ala della Clinica Eporediese si trova invece un’ampia area che comprende 2 sale dedicate alla chirurgia minore, una zona risveglio, locali spogliatoio per pazienti e personale, più la zona dedicata alla sterilizzazione composta di locali compartimentati.

“È molto importante – spiega il Dott. Giancarlo Canale, Responsabile del Servizio di Anestesia e Rianimazione della Clinica Eporediese – avere delle sale chirurgiche da utilizzare esclusivamente per gli interventi di chirurgia minore ovvero operazioni che non richiedono ricovero e che possono essere eseguite in regime di ricovero giornaliero. Questi interventi infatti prevedono anestesie di tipo periferico (plessiche, tronculari, subaracnoidee e locali) e quindi, generalmente, non necessitano di ricovero. Il paziente tuttavia è costantemente monitorato anche nei momenti successivi all’operazione quando viene fatto accomodare nella cosiddetta “stanza di risveglio” dove rimane per alcune ore in osservazione.
I problemi post operatori che possono manifestarsi in questo tipo di pazienti, contrariamente a quanto si pensa, non sono quasi mai dovuti all’anestesia, ma spesso alla tensione emotiva o al digiuno pre operatorio”.

Da sottolineare poi il fatto che la suddivisione delle aree chirurgiche sia vantaggiosa anche sotto un altro aspetto, come spiega chiaramente il Dott. Canale: “la separazione della zona dedicata agli interventi di chirurgia minore dalla zona in cui avvengono gli interventi maggiori è importante per ridurre al minimo il rischio di infezioni e contaminazioni”.

Arriviamo quindi alla nuovissima area sterilizzazione, attrezzata con apparecchiature all’avanguardia, come la lava ferri ad ultrasuoni, la sterilizzatrice al Gas Plasma e autoclavi di nuova generazione che garantiscono i massimi livelli di sicurezza e igiene.
In quest’area si distinguono: una zona lavaggio e disinfezione, una zona confezionamento e sterilizzazione e una zona di scarico del materiale sterile.

Ogni mattina il personale effettua accurati test su tutte le macchine per appurarne il corretto funzionamento. A questo punto il processo di sterilizzazione può iniziare con un primo lavaggio manuale effettuato in apposite vasche per la decontaminazione, i ferri passano quindi nella macchina per il lavaggio ad ultrasuoni. Una volta terminato il ciclo, il personale estrae i ferri e li asciuga tramite una pistola ad aria compressa.
I ferri ora passano alla zona impacchettamento per essere poi inseriti nelle autoclavi e sterilizzati ad una temperature compresa tra i 121° e i 134°.


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